Quando affronto l’argomento equilibrio, parlando di swing ho constatato che molti giocatori hanno un concetto poco chiaro riguardo a questo argomento. Molti, infatti, associano l’idea di uno swing ben fatto all’immagine di un corpo che rimane immobile nella sua posizione. Niente di più sbagliato anche per un fatto puramente lessicale, il nome del gesto che eseguiamo è swing che vuol dire appunto movimento se fossimo dovuti stare fermi si sarebbe dovuto chiamare “immobility”. A parte i giochi linguistici, tutte le volte che noi facciamo un movimento ci deve essere per forza una perdita di equilibrio. Pensate al gesto che facciamo quotidianamente camminare, per muoverci dal posto noi sbilanciamo il nostro corpo in avanti, in quel momento noi abbiamo perso il nostro equilibrio statico e lo abbiamo trasformato in equilibrio dinamico, sempre che le gambe facciano il loro lavoro altrimenti finiamo a terra. Tale meccanismo si attua anche quando giochiamo a golf. Nello swing però, rispetto al camminare in cui c’è una sola direzione di movimento e quindi di perdita di equilibrio statico, dobbiamo creare più azioni perché il bastone deve andare in due direzioni. Come fare allora? Vi spiego. Nel backswing la rotazione del busto, se ben eseguita porta a perdere la posizione di equilibrio statico dell’address e ci porta a trovare un equilibrio dinamico sulla sola gamba sinistra, l’azione dei fianchi ci trascina via da quel perno e ci fa trovare un nuovo punto di equilibrio dinamico, la gamba sinistra, sulla quale finiremo in equilibrio statico per concludere il colpo. Questa è la piccola danza che deve animare uno swing corretto.