L’equilibrio nello swing
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WGC – DELL Technologies Match Play

In Texas, sullo splendido percorso dell’Austin Country club disegnato da Pete Dye, si è svolto il WGC-Dell Technologies Match Play. Lo scorso anno l’evento era stato annullato a causa della pandemia da Covid. Quest’anno si torna fortunatamente in campo e, fa piacere vedere gli spalti pieni e gli spettatori in campo a seguire i giocatori. Il campo fatto completamente in bermuda si presenta in condizioni perfette nonostante una stagione invernale molto rigida abbia messo a dura prova la sopravvivenza dei greens e fairways. Vengono invitati i primi 64 giocatori del ranking mondiale e per determinare chi va avanti invece di iniziare subito con l’eliminazione dirette, dal 2015, è stato inserito un “robin round” giocato mercoledì, giovedì e venerdì, con un punto assegnato per una vittoria e mezzo punto per il pareggio. I sedici vincitori del gruppo avanzano alla fase a eliminazione diretta. L’introduzione di questa formula ha però generato un qualcosa di particolare, infatti solo nel 2015 e nel 2017, il torneo è stato vinto da dei top player, Rory Mcillory e Jason Day, da allora in poi la giornata di domenica è stata dominata esclusivamente da giocatori poco conosciuti. L’inserimento del robin round ha creato a mio avviso qualcosa che stride con lo spirito stesso della competizione, infatti Horschel e Perez hanno perso uno scontro giovedì, eppure li vediamo presenti nel quartetto finale mentre Ryan Palmer e Xander Schauffele non hanno perso un solo match, ma entrambi furono eliminati venerdì, perciò secondo me la formula andrebbe rivista e corretta. Quindi, se vi aspettavate di vedere una finale con in campo la presenza dei vostri beniamini, anche quest’anno rimarrete delusi. Il quartetto finale sarà composto dal sempre verde Mat Kuchar, che quando sente odore di mach play sembra dare il suo meglio, sulla sua strada ha affrontato Jordan Spiet e Brian Harman. Poi abbiamo Scottie Scheffler che ha battuto Ian Poulter e Jon Rahm. Il francese Victor Perez, che ha battuto Robert MacIntyre e Sergio Garcia. Ultimo Billy Horschel che ha vinto su Kevin Streelman e Tommy Fleetwood. La giornata finale è caratterizzata dal vento, che soffia con raffiche improvvise rendendo il campo durissimo e i green secchi e veloci. Forse conseguentemente alle condizioni atmosferiche, il gioco diventa molto lento, al punto che non è quasi piacevole da seguire, bisognerebbe fare qualcosa per far rispettare i 40 secondi concessi per regolamento al giocatore per eseguire il colpo. Ma torniamo al gioco, nelle semifinali Billy Horscel batte uno spento Perez e il rookie Scheffler supera il veterano Kuchar. La finale vedrà Horscel portarsi in vantaggio e gestire l’incontro fino alla 18 buca battendo Scheffler che, come anche lui ha dichiarato, ha giocato proprio nella finale il suo peggior giro, complice anche, a mio avviso, una caratteristica del suo swing che dovrebbe migliorare. Il balletto che produce con i piedi, caratterizzato da uno scivolamento del destro, che perde completamente la sua posizione, associato ad una rotazione del sinistro. Tale azione sotto pressione diventa ingestibile e in alcune occasioni gli causa il blocco della rotazione dei fianchi e una conseguente azione della parte superiore del corpo, ecco spiegati i pull che hanno funestato il suo ultimo giro. Tanta razionalità, invece, nello swing del vincitore, si vede che è un giocatore costruito a livello tecnico, poco spazio è lasciato alla spontaneità, come lascia trasparire la sua routine, piena di tic, quasi nevrotica. Comunque, tanto di cappello Billy Horscel per la sua vittoria. Mat Kuchar conquista il 3 posto battendo uno spento Perez. Voglio mandare un consiglio agli organizzatori di questo torneo, secondo me devono rimettere mano al regolamento dell’evento togliendo il “robin round” e restringendo il field dei giocatori che possono partecipare, perché è vero, sapere che anche Davide può vincere è piacevole, ma è Golia che i tifosi vogliono vedere giocare.