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The Players Championship

Si è aperto ieri il The Player Championschip, torneo che rappresenta un grande classico nel calendario del PGA Tour Americano. La sua storia è relativamente breve, infatti venne giocato per la prima volta nel 1974 all’Atlanta Country Club di Marietta un sobborgo vicino Atlanta e vide Jack Nicklaus primo vincitore. Negli anni cambiò varie volte la sua sede di gioco, passò dalla Georgia al Texas per poi approdare, nel 1982 in Florida a Pontevedra Beach e lo Stadium Course di Sawgrass divenne la sua dimora fissa.

Il campo disegnato da Pete Dye si compone di 17 ostacoli d’acqua e 88 bunker, aghi di pino al posto del secondo taglio di rough, greens piccoli duri e veloci. Ben Crenshaw disse che giocare il campo di Sawgrass era come vedere il Film Guerre Stellari, però in una versione pensata da Darth Vader, Jack Nicklaus disse invece che lui non era capace di fermare una palla tirata con un ferro 5 sopra il tettuccio di una macchina, riferendosi alla dimensione e alla consistenza dei greens. Ma la maestria che i giocatori devono saper mettere in campo, per cercare di domare le insidie pensate per loro da Pete Dye, sarà ampiamente ripagata, il vincitore oltre a portarsi a casa “l’oscar”, la statuetta in oro raffigurante un giocatore in posizione di finish, avrà un premio di 2,7 milioni di dollari, su di una borsa complessiva di 15 milioni la più alta di tutta il Pga Tour, e 80 punti per la classifica mondiale. Non male per una sola gara.

La giornata di apertura ha visto un Sergio Garcia imporsi con un 65 e posizionarsi in testa alla classifica, a seguire con 67 Brian Harman, con 68 Matthew Fitzpatrick e con 69 Brayson Dechambeau e Lee Weestwod. Il secondo giorno si apre all’insegna della carica dei giocatori Inglesi, Matthew Fitzpatrick con un altro 68 si posizionerà alle spalle del connazionale Westwood che con un 66 sarà leader in club house, dimostrando di aver trovato una seconda giovinezza golfistica, grazie forse anche al connubio, non solo professionale, con la sua nuova “caddy”. Alla scalata degli inglesi fa da contraltare il crollo dello spagnolo, Garcia concluderà la seconda giornata con un brutto 72 maturato nonostante un gioco da tee a green quasi perfetto. Memorabile rimarrà il ferro 5 tirato di secondo colpo alla buca 11, un corto par 5, che si fermerà sul bordo della buca, un giro in più di palla e sarebbe stato “Albatros”. A tradirlo, purtroppo è stato il putt e soprattutto quando deve usarlo da vicino, per imbucare quei colpi che sembrano scontati, ma purtroppo sono da sempre il suo tallone di Achille e ieri ne ha “falciati” ben tre. Quelli sono errori che pesano molto più di un drive sbagliato e alla lunga tendono ad intaccare la fiducia del giocatore, speriamo non sia questo il caso. Si prospetta oggi un terzo giro molto avvincente. Garcia saprà riprendersi e vincere i suoi demoni interiori? Westwood resisterà? e Dechambeau sferrerà l’attacco? Rimanete sintonizzati, domani vi racconto tutto.